Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?
Confucio

domenica 20 giugno 2010

Diario-Philip Roth

In punta di piedi ritorno al mio blogghino.
Complice la mancanza di connessione, ho voluto distaccarmi dalla rete per alcuni giorni.
Non solo.
Ho comprato solo una volta La Repubblica e non ho ascoltato i telegiornali; avevo bisogno di una pausa, una sospensione da notizie, cataclismi, scandali, arresti. omicidi e tutto ciò che produce informazione.
Una sorta di rigenerazione della mente, di placido silenzio, come la bonaccia del mare dopo una tempesta.
E cosa ho fatto in questi dieci giorni!
Ho visto alcuni film, ho giocato molto a Burraco ed ho letto due libri molto belli di Philip Roth, "La lezione di anatomia" e "Lo scrittore fantasma".
Non avevo mai letto nulla di questo scrittore americano anche se ne avevo sentito parlare per aver vinto il Pulitzer Prize nel 1997 per "Pastorale americana" e quando mi hanno detto, nella libreria che questo titolo non era a disposizione, ho scelto gli altri due casualmente.
Anche se la casualità, almeno per me, è sempre accompagnatata da segnali visivi, come una copertina intrigante o da significativi approcci letterari in forma di riassunto.
Seza volerlo ho centrato il primo libro dove entra in scena come protagonista lo scrittore (immaginario) Nathan Zuckerman e che tornerà in altri sette libri, tra cui "La lezione di anatomia".
A proposito di questo libro, istrionico, irriverente e molto altro ancora, ho segnato alcune frasi:

"Il diritto di essere stupido. Il diritto di essere pigro. Il diritto a essere nulla e nessuno. Invece di solitudine, compagnia, invece di silenzio, voci; invece di progetti, ragazzate; invece di altri venti, trenta, quarant'anni di instancabile e problematica concentrazione, un avvenire di diversità, di ozio, di abbandono. Prendere le cose come vengono, senza cercare di trasformarle. arrendersi davanti a qwertyuiop, asdfghjkl, e zxcvbnm, e lasciare che queste tre parole dicano tutto" ( Zuchermann riflette sulla nascita del suo dolore fisico, fisso da 18 mesi, come un'eventuale, possibile forma liberatoria dal suo essere scrittore)

" Mostruoso, che ogni sofferenza della terra sia per me la benvenuta, perchè nel mio mestiere tutto fa brodo; mostruoso, che quando mi trovo davanti alla storia di qualcuno io non possa far altro che questo: desiderare di trasformarla in Materiale; ma se è la tua ossessione, è la tua ossessione. Questo mestiere ha un lato demoniaco di cui il comitato per il Premio Nobel non parla molto. Sarebbe bello, specialmente davanti ai bisognosi, avere motivi puri e disinteressati come tutti gli altri, ma, ahimè, non è così.
L'unico paziente che lo scrittore cura è se stesso"

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