In punta di piedi ritorno al mio blogghino.
Complice la mancanza di connessione, ho voluto distaccarmi dalla rete per alcuni giorni.
Non solo.
Ho comprato solo una volta La Repubblica e non ho ascoltato i telegiornali; avevo bisogno di una pausa, una sospensione da notizie, cataclismi, scandali, arresti. omicidi e tutto ciò che produce informazione.
Una sorta di rigenerazione della mente, di placido silenzio, come la bonaccia del mare dopo una tempesta.
E cosa ho fatto in questi dieci giorni!
Ho visto alcuni film, ho giocato molto a Burraco ed ho letto due libri molto belli di Philip Roth, "La lezione di anatomia" e "Lo scrittore fantasma".
Non avevo mai letto nulla di questo scrittore americano anche se ne avevo sentito parlare per aver vinto il Pulitzer Prize nel 1997 per "Pastorale americana" e quando mi hanno detto, nella libreria che questo titolo non era a disposizione, ho scelto gli altri due casualmente.
Anche se la casualità, almeno per me, è sempre accompagnatata da segnali visivi, come una copertina intrigante o da significativi approcci letterari in forma di riassunto.
Seza volerlo ho centrato il primo libro dove entra in scena come protagonista lo scrittore (immaginario) Nathan Zuckerman e che tornerà in altri sette libri, tra cui "La lezione di anatomia".
A proposito di questo libro, istrionico, irriverente e molto altro ancora, ho segnato alcune frasi:
"Il diritto di essere stupido. Il diritto di essere pigro. Il diritto a essere nulla e nessuno. Invece di solitudine, compagnia, invece di silenzio, voci; invece di progetti, ragazzate; invece di altri venti, trenta, quarant'anni di instancabile e problematica concentrazione, un avvenire di diversità, di ozio, di abbandono. Prendere le cose come vengono, senza cercare di trasformarle. arrendersi davanti a qwertyuiop, asdfghjkl, e zxcvbnm, e lasciare che queste tre parole dicano tutto" ( Zuchermann riflette sulla nascita del suo dolore fisico, fisso da 18 mesi, come un'eventuale, possibile forma liberatoria dal suo essere scrittore)
" Mostruoso, che ogni sofferenza della terra sia per me la benvenuta, perchè nel mio mestiere tutto fa brodo; mostruoso, che quando mi trovo davanti alla storia di qualcuno io non possa far altro che questo: desiderare di trasformarla in Materiale; ma se è la tua ossessione, è la tua ossessione. Questo mestiere ha un lato demoniaco di cui il comitato per il Premio Nobel non parla molto. Sarebbe bello, specialmente davanti ai bisognosi, avere motivi puri e disinteressati come tutti gli altri, ma, ahimè, non è così.
L'unico paziente che lo scrittore cura è se stesso"
domenica 20 giugno 2010
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