Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?
Confucio

mercoledì 2 giugno 2010

Siamo una repubblica democratica?

Oggi, 2 Giugno, viene festeggiata la festa della Repubblica.

Su Wikipedia leggo: La repubblica (dal latino res publica, ovvero "cosa pubblica") è una forma di governo in cui la sovranità appartiene ad una parte più o meno vasta del popolo che la esercita nei modi e nei limiti fissati dalle leggi vigenti.
"Ed ancora... "Le repubbliche, infatti, non sono necessariamente democratiche."
"Il termine Democrazia, che deriva dal greco, significa etomologicamente "governo del popolo".
"La prima critica che si fa alla democrazia è il paradosso insito in se stessa, ovvero se la maggioranza delle persone desiderasse un governo antidemocratico, la democrazia cesserebbe di esistere. Tuttavia se si opponesse cesserebbe di essere democrazia in quanto andrebbe contro alla volontà della maggioranza. Quindi in pratica la democrazia non può esistere, è solo una teoria utopica."

Ques'ultima frase si adatta perfettamente alla situazione politica Italiana; in Italia una maggioranza di persone ha votato un governo democratico solo apparente, il cui premier è il capo indiscusso, il tiranno sotto mentite spoglie.

« Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo. »

(Vittorio Alfieri, Della Tirannide, Libro 1, Cap 2) Fonte Wikipedia

I tiranni hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (Voltaire)

Diceva Sandro Pertini:

« Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. [...] »








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