Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?
Confucio

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mercoledì 15 dicembre 2010

Diario-You Like

Alcuni giorni fa mi era venuta la brillante idea di accedere a you like su Facebook, pensando erroneamente di trovare nuove amicizie. Mi ero iscritta anche perchè avevo visto che, sempre su Facebook, alcune amiche/i vi facevano parte e non pensavo di ritrovarmi in mezzo a migliaia di uomini pronti a chattare.
La curiosità è femmina,(così la tradizione afferma) ed ho voluto proseguire per capire come funzionava 'sta cosa.
Ti vengono elencati una sfilza di icone di uomini che ti potrebbero piacere e subito dopo, non dopo qualche minuto, ma immediatamente, sono apparse le icone delle persone che avevano guardato il mio profilo.
Ma che erano lì ad aspettarmi, ho pensato?
Nel frattempo sulla schermata il mio numero iniziale di "gradimento" da parte degli utenti uomini era passato da 80278 (le ultime tre cifre sono scritte a casaccio) a 50.000 e passa.
Ero sbalordita, dato che la mia immagine su facebook è un simbolo della pace e quindi nessuno di loro poteva capire se sono bionda, bruna, grassa o magra, piacente o bruttina, solamente alcune indicazioni generali sulla mia personalità e sui miei orientamenti politici e culturali erano noti.
Ho pensato: " Ma quanti uomini di sinistra ci sono su you like".
Per farla breve dopo due giorni ero a quota 20.000 come gradimento e ammetto che mi sono sentita un po'gratificata(sic).
Naturalmente non ho mai risposto a nessuno, anche perchè l'unica chat che uso è solo su fb ed anche qui non ne faccio tanto uso, ma, come una bambina che guarda dal buco della serratura, ho sbiciato in alcuni profili.
Ora ho disattivato l'account, la curiosità iniziale si è trasformata in disagio e quando mi sento a disagio chiudo ogni forma di comunicazione.

Ognuno usa i mezzi che vuole per fare conoscenza on line ma you like non fa per me, è come essere ad un'asta dove le persone sono sia compratori che venditori di se stessi...... è meglio cercare forum femminili!

martedì 7 dicembre 2010

Diario



Sono molto arrabbiata!!!
Meglio però essere arrabbiati che depressi!

sabato 6 novembre 2010

Diario-La solitudine


Link

Cos'è la solitudine?
La definizione su wikipedia è che "La solitudine è una condizione umana nella quale l'individuo si isola (se solitario) o viene isolato dagli altri esseri umani generando un rapporto (non sempre) privilegiato con se stesso. Animale sociale per definizione, l'uomo anche in condizione di solitudine è coinvolto sempre in un intimo dialogo con gli altri. Quindi, più che alla socialità la solitudine si oppone alla socievolezza. Talvolta è il prodotto della timidezza e/o dell'apatia, talaltra di una scelta consapevole"
Nel mio caso non sono stati gli altri essere umani ad isolarmi, ho fatto tutto da sola, piano piano ma incessantemente mi sono isolata, ho fatto tavola rasa delle persone che bene o male facevano parte della mia sfera "amichevole".
Esco da sola, rido da sola, canto da sola, guardo il mare da sola, cammino da sola e faccio tante altre cose da sola, anche se convivo con altre persone.
Sarò in uno stato depressivo?
Io penso di no e così l'ha pensato anche la farmacista del mio paese, quando, dopo avergli dato una ricetta del dottore, gli ho chiesto che medicine fossero, lei abbassando la voce e avvicinandosi mi ha detto:"Sono antidepressivi"
"Antidepressivi, ma io non li ho chiesti al dottore e non li ho mai presi in vita mia" ho esclamato; e lei questa giovane, carina, simpaticissima farmacista dopo avermi dato un'acchiata più approfondita, mi ha risposto; "Io non li prenderei, lei non ha una faccia depressa!!!"
In quel momento ho pensato "E' vero, le persone depresse hanno il viso lungo emaciato, occhiaie ect, io con il mio tondo viso color rosatello non posso essere assolutamente depressa", ed ho gettato la ricetta nel cestino.
E' davvero così, non mi sento di esserlo, oppure i depressi non pensano di essere depressi? Mah!
L'ho cercata la solitudine...e l'ho trovata; prima "parlavo" poco con me stessa, mi mancava il tempo... ora parlo solo con me stessa nel tempo libero, anche troppo!
Non volevo più avere gente attorno a me, naturalmente non parlo dei miei figli, ora nessuno mi telefona per uscire fuori, del resto ho fatto in modo che questo succedesse e così ...
In questa situazione che si è venuta a creare ci sono i pro ed i contro; non sono più di traino a nessuno e sono più sicura di me, di negativo c'è che mi sento più triste, sorrido e mi diverto poco.
Forse questi momenti della vita riescono a ri-creare una nuova, evoluta forma identitaria che si stava appanando, atrofizzando in una quotidianetà amorfa.
Cosa posso fare?
Mi sforzo di pensare positivo, sempre, perchè la vita è una sola ed anche dai momenti più neri possono scaturire situazioni costruttive che migliorano la qualità della nostra esistenza



Aforismi sulla solitudine

La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri. (Hermann Hesse)

Cerca la solitudine: in essa troverai te stessa, e alla natura leverai l'immenso inno dell'amore. (Ambrogio Bazzero)

In ognuno, c'è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. È questa solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo. (Madeleine Delbrêl)
Fonte wikiquote

lunedì 3 maggio 2010

Diario Semiserio

Mi sto accorgendo del cambiamento della percezione che ho del mio corpo.
Mi spiego meglio; fino al mese scorso le poche volte che mi guardavo allo specchio mi trovavo "abbastanza normale"; vabbè, con qualche chilo in più naturalmente, non ho mica il "prosciutto sugli occhi", come dicono qui in Toscana.
Accarezzavo il mio addome, gli volevo bene e gli dicevo: "Lo so, sei un po' troppo pronunciato, ma non ti preoccupare, ci sono io a proteggerti!"
Nello specchio del bagno, chissà perchè, guardavo il mio viso sempre frontalmente, mai di profilo e solo per pochi secondi, il tempo di mettermi il Kajial nero e via...
Le cose sono cambiate dall'ultima visita fatta al mio dottore, con le analisi del sangue tra le mani.
Mi ha guardato nelle palle degli occhi e mi ha detto: "DEVI DIMAGRIRE!"
Non era la prima volta che me lo diceva, oramai c'ero abituata e quindi lo ascoltavo un po' annoiata.
Lui, il dottore, inizia però a presentarmi una lista di futuri catastrofi fisici, molecolari,
quantistici, con un'energia nuova, tanto che la mia mente assopita ha iniziato a risvegliarsi.
Non erano i soliti consigli detti e ridetti dal buon dottore, lanciati per smuovermi dalle mie posizioni che erano: "E' vero sono grassa, ma che ci posso fare, non riesco a dimagrire, e poi sto bene, faccio le scale senza molti problemi ed altre menate simili".
Il dottore ora ha la faccia e la voce da dottore; non quella simpatica e paternalistica di tutte le altre visite, ma mentre mi parla il suo viso è serioso e la sua voce ancor di più.
Mi fa una tale paternale, dato anche la situazione delle mie analisi, che mi sblocca quella parte del mio cervello, rimasto inattivo da tanto tempo e che pisolava immerso da panini e pasticcini, che si sarebbe dovuto occupare della mia salute.
Per dirla in breve, ho iniziato una cura dimagrante!
Sono andata da un dietista-psicologo consigliatomi...ed ho cominciato a dimagrire.
E qui ritorno da dove avevo iniziato a scrivere. Infatti, da quando ho capito che mi devo volere "più bene" ho visto realmente come sono.
Ora accarezzo ancora la mia pancia ma solo per farle capire che se ritorna a come era 15 anni prima sta meglio anche lei!
Ora mi guardo nello specchio tutti i giorni. Masochista, uno potrebbe dire, e invece no.
Guardarmi allo specchio significa per me accellerare la mia comprensione, che ho agguantato a piene mai, della mia risolutezza nell'ottenere un corpo salutare e dinamico.
Avevo tentato anni fa, con l'aiuto di centri estetici, di dimagrire, e qualche risultato l'avevo ottenuto, ma, era più un dimagrire per gli altri, le persone, i familiari che mi stimolavano a farlo, mentre ora lo faccio SOLO per me stessa.
Ho capito profondamente, grazie al mio più psicologo che dietista, che devo cambiare il mio paradigma.
Mangiare per vivere e non vivere per mangiare
.

giovedì 4 febbraio 2010

Diario -Politica

Non devo più leggere il giornale la mattina presto, prima di andare a lavorare.
Mi sono promessa di incominciare la giornata sorridendo, aprirmi all'universo con pensieri positivi e lieti.

Ma come si fa a non arrabbiarsi, avere atteggiamenti non dico aggressivi, ma sicuramente non bonari, quando inizi a leggere solamente i titoli in prima pagina!

1°Come volevasi dimostrare la Camera ha approvato il "legittimo impedimento" e passerà sicuramente anche al Senato, con il beneplacito del Presidente Napolitano
2°Berlusconi afferma che Israele ha fatto bene a lanciare i missili a Gaza, "colpendo non i Covi dei terroristi ma, la popolazione indifesa, ammazzando così migliaia di civili"

Solo queste informazioni mi fanno andare di traverso il cornetto ancora caldo con il cappuccino.

Io ancora non mi sono abituata e non mi voglio abituare a leggere con rassegnazione questo tipo di notizie che mostrano lo stato Italiano oramai nelle mani dei fascisti, dei leghisti e di tutta quella marmaglia di persone, parlamentari e senatori asservite come cagnolini al loro capo.
No, non mi sono abituata a vedere questa gente governarci e mai mi ci abituerò.

A sinistra,ops nel centro sinistra,ancora ops, nella sinistra deviata a 180° a destra, per me ancora non ci hanno capito niente!
Poverini, hanno bisogno ancora di pensarci sù!

Forse un pensierino per quando sarò in pensione inizio a farmelo.....
andare via da questa Italia
popolata da pecore che osannano il loro mister come fosse un santino
andare via per non vedere questa Italia diventare sempre più xenofoba e razzista
andare via da questa Italia che lascia i politici nelle loro poltrone, anche se sono stati processati e condannati
andare via da questa Italia dove il potere mafioso è all'interno della nostra economia, del nostro stato sociale, nel nostro parlamento
andare via per non vedere lo sfascio della scuola statale e dell'università
andare via....ma perchè devo andare via io...
LORO DEVONO ANDARE VIA, PER SEMPRE

Si, lo so, sto sognando, ma almeno i sogni lasciateceli!

sabato 23 gennaio 2010

Diario- Osho


Sto leggendo "Cogli l'attimo" di Osho meglio conosciuto durante gli anni settanta come Bhagwan Shree Rajneesh, maestro spitituale indiano morto nel 1990.



Osho parla di meditazioni attive che richiedono due cose nello stesso momento:l'osservazione e la totalità.
Prendendo in considerazione solo la parte osservativa, lui consiglia di iniziare con le cose semplici;
"Camminare per strada con una consapevolezza di ciò che fai, osservando tutto ciò che accade all'esterno e dentro di te, senza rimuginare sui propri pensieri è già una prova di essere un osservatore consapevole nel quotidiano".
Di nuovo, sul lavoro, nel momento in cui qualcuno ti pesta i piedi per una qualsiasi ragione, anzichè cadere nel solito meccanismo di reazione (a me riesce benissimo), rispondendo con il solito"occhio per occhio", limitati ad osservare. Lascia che la collera o il dolore o la frustazione siano presenti dentro di te, ma, per una volta, sposta l'attenzione su di te, lasciando perdere l'altro.
Stranamente noterai che l'energia di quel confronto cambia, si trasforma: senza un antagonista pronto alla lotta l'altra persona si trova sospesa nell'aria, con tutta la sua provocazione, senza alcuna possibilità di sfogarsi.
Un'altro consiglio: se durante il giorno ti ritrovi veramente a bollire di collera, ritirati da qualche parte, siediti, chiudi gli occhi e osserva. La mente farà di tutto per raccontarti come l'altro- quel mostro- ha abusato di te, tu limitati ad osservare.
Lascala chiacchierare, non lasciarti coinvolgere.
Se ti limiti ad osservare, l'intero spettacolo di impulsi che la rabbia scatena piano piano sfumerà.
Puoi darti questa regola: prima di rispondere aspetta 24 ore.
Se, dopo quel lasso di tempo, senti ancora il bisogno di dire qualcosa a chi ti ha provocato, fallo: vedrai che la tua sarà una risposta intelligente e non più una reazione cieca.
A questo punto sarà un'azione e non più un semplice reagire: adesso diventerà qualcosa di costruttivo e non solo un continuo distruggere.
In questo modo è possibile trasformare ogni situazione della vita in un'opportunità per osservare.
E, man mano che l'osservatore diventerà sempre più saldo, riconoscerai sempre più facilmente e velocemente ciò che sta effettivamente accadendo nel momento, e lo lascerai scorrere via.
Alla fine potrai imparare con estrema facilità a ridere di tutte le cose insignificanti che accadono nella vita, ma che noi usiamo per irritarci.
In breve, semplicemente osservando, si può diventare un semplice essere umano che si gode la vita, momento per momento.

Io mi riconosco nel classico comportamento "botta e risposta", che , in un primo momento ti soddisfa, ma subito dopo ti lascia con un profondo senzo di frustrazione.
Tante volte mi sono pentita delle mie reazioni "irascibili" usate a volte come un'arma di "supremazia", per sentirmi più "forte" dell'altro/a, forse nascondendo inconsciamente la mia paura di essere considerata "debole", "senza carattere".

Osservare per riflettere.
Forse è la maniera giusta per migliorare me stessa e nello stesso tempo sviluppare in modo più armonioso un confronto con le altre persone, familiari compresi.