Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?
Confucio

lunedì 26 luglio 2010

Diario-regionale per Faenza

Traaan,traaan,traaan, il motore borbotta con un ritmo continuo, petulante, a tratti s'inalbera con toni minacciosi. Ecco, ora si parte.
Ho deciso di prendere questo treno regionale che si ferma a Faenza per andare a Senigallia; non è tanto il risparmio (che non è poco, da 13 Euro a 44 Euro) ma l'impulso primario di fare un nuovo tragitto, una strada mai percorsa.
E di strade nuove ne sto cercando parecchio in questo periodo.
Non so dove mi porteranno, ma già averle intraprese mi hanno permesso di cogliere stimoli inconsueti per me.
Quando mi sono affacciata al binario 13 della stazione di Firenze, sono rimasta meravigliata e subito dopo compiaciuta, contenta come una bambina alla vista di un nuovo giocattolo, nel vedere il piccolo treno, composto da due vagoni bassi e lunghi, dove sarei dovuta salire. Mi sembrava di montare su un modellino, di quelli ammirati da piccina, che scorrevano su binari concentrici, contornati da prati di plastica e qualche casetta sparsa quà e là.
Però questi trenini non andavano da nessuna parte, compivanno ininterottamente sempre lo stesso percorso, mentre questo, parte da una stazione ed arriva in un'altra.
Il viaggio è stato spesso descritto da molti scrittori come una metafora della vita e molte volte lo è per davvero, non a caso scegliamo a volte alternative improvvisate e non conosciute preferendole ad altre sicure e prevedibili.
Firenze S.Marco Vecchio-
Fiesole-Caldine Una piccolissima stazione immersa nel verde, contornata da colline tipiche della campagna toscana; macchie sparse di uliveti , lunghe striscie di cipressi che costeggiano viali e che conducono molte volte ad abitazioni spesso centenarie.
Naturalmente su questo trenino l'aria condizionata è un'optional, il conducente mi ha detto prima di partire che l'impianto si è rotto da due giorni(soli!)quindi l'alternativa rimane quella di aprire il finestrino. Il che non mi dispiace affatto.
Amo sentire il vento scorrere sopra la testa, soffermarsi sul collo per poi infilarsi dentro le scollature delle braccia ed espandersi in tutto il corpo.
La mia immaginazione vaga ora, mentre siamo fermi alla stazione di Vaglia.
Nella mente mi balena l'immagine di un trenino che si arrampica sulle creste delle colline, discende, arranca di nuovo su di una nuova salita, per poi ridiscendere giocosamente.
Sù e giù, su e giù.
Reminescenze infantili, immagini fantasiose partorite da una mente sognatrice.
Campomigliaio- Un viaggiatore è sceso per fumare e dopo qualche minuto di sosta uno dei due conducenti o bigliettai s'affaccia al finestrino e gli urla: "E si va viaa!" al che lui getta il mozzicone per terra e risale prontamente sul treno.
Che bello! Situazioni di altri tempi, altri anni passati.
S Piero a Sieve- Le colline che sovrastavano i binari, si sono allontanate sempre più, lasciando spazio ad una pianura prevalentemente usata per scopi agricoli.
Borgo San Lorenzo- Molto carino questo paese, ci sono venuta varie volte, però sempre in macchina.
Ora il treno inizia impercettibilmente a salire, piano piano; sento il motore della piccola locomotiva che s'ingrigna e sbuffa mentre s'arrampica con passo lento ma inesorabile sul binario in pendenza.
Dopo una decina di minuti il paesaggio è nuovamente cambiato; campi di girasoli, inframmezzati da viti e campi arati dove covoni sparsi qua e là sembrano tante opere d'arte disseminate da una mano sapiente e magica.
Una nuova sequenza di immagini si svela subito dopo; le colline iniziano ad riavvicinarsi e dietro di esse si scorgono le punte più alte dell'appennino tosco-emiliano.
Sono proprio contenta di essere qui, in questo momento; sono contenta di essere su questo treno, muovermi ma nello stesso tempo stare ferma...ed osservare, godermi questo paesaggio così multiforme.
Ronta- boschi estesi delineano il paesaggio circostante
Peccato che ci siano molte gallerie, anche se corte, poichè tra una gallerie ed un'altra si scorge una paesaggio incantevole di boschi, piccolissimi agglomerati di vecchie case costeggiate da un fiume, il Lamone, che serpeggia in mezzo ad una vegetazione lussureggiante e imbucandosi nel suo letto roccioso scende a valle formando piccole cascate.
Crespino del Lamone-
Biforco- La scritta dei questa stazioncina mi appare proprio davanti, quando il treno si ferma.
Marradi-Palazzuolo sul Senio-S.Martino in Gattara-S.Cassiano-
Fognano- Nuovamente le colline si allontanano, lasciando spazio ad un'ampia pianura costellata da alberi da frutto, viti ed olivi in mezzo a grandi casolari di campagna.
Il vento ora si è alzato, lo vedo scorrere tra le fronde degli alberi nei giardini intorno alle case; lo stesso vento sbatte con forza contro vari tipi di piante cespugliose, come il finocchio selvatico, scuotendole da destra a sinistra fino a far toccare il suolo alla cima di queste piante, come se dovessero inginocchiarsi al suo volere.
Brisighella-
Stiamo arrivando a Faenza, anzi ci stiamo fermando.
Ora devo scendere e prendere il treno che mi porterà a Senigallia.

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