Se c’è rimedio perché te la prendi?
E se non c’è rimedio perché te la prendi?
Confucio

mercoledì 7 ottobre 2009

Democrito e la fisica quantistica

Il 30 Settembre avevo postato una serie di citazioni di Democrito, filosofo greco nato il 460 a.c. ad Abdera in Grecia, riservando in fondo al mio articoletto, di ampliare la mia conoscenza su quanto il Filosofo esponeva riguardo "il concetto delll’indivisibilità dello spazio fisico- non esiste basso né alto, né centro, né ultimo, né estremo".

Questo breve articolo mi ha chiarito un po' le idee.
La teoria atomistica
Le difficoltà che l'eleatismo opponeva alla considerazione del moto e della molteplicità sono affrontate da Democrito mediante il chiarimento delle proprietà, intrinseche all'essere, concepito come realtà fisica, e l'affermazione del non-essere, cioè del vuoto. Democrito ritiene che la materia di ciò che è eterno consiste in piccole sostanze infinite di numero; e suppone che queste siano contenute in altro spazio, infinito per grandezza; chiama lo spazio coi nomi di "vuoto" e di "niente" e di "infinito", mentre dà a ciascuna delle sostanze il nome di "ente" e di "solido" e di "essere". Egli reputa che le sostanze siano così piccole da sfuggire ai nostri sensi; e che esse presentino ogni genere di figure (e forme) e differenze di grandezza.
Da queste sostanze, dunque, che egli considera come elementi, fa derivare e combinarsi per aggregazione i volumi visibili e in generale percettibili. Essi (gli atomi) lottano e si muovono nel vuoto, a causa della loro disuguaglianza e delle altre differenze ricordate, e nel muoversi si incontrano e si legano in un collegamento tale che li obbliga a venire in contatto reciproco e a restare contigui. Ma non si produce così una qualsiasi natura unica: perché è certamente un'assurdità il pensare che due o più possano mai divenire uno.
Del fatto che le sostanze rimangano in contatto tra di loro per un certo tempo, egli dà la causa ai collegamenti e alle capacità degli atomi: alcuni di questi, infatti, sono irregolari, altri uncinati, altri concavi, altri convessi, ecc...; ed egli reputa dunque che gli atomi si tengano attaccati gli uni agli altri e rimangano in contatto solo fino a quando, col sopraggiungere di qualche azione esterna, una necessità più forte non li scuota violentemente e li disperda in varie direzioni.
Egli attribuisce il nascere ed il suo contrario, il disgregarsi, non soltanto agli animali, ma anche alle piante e ai mondi, insomma a tutti quanti gli oggetti sensibili. Se dunque il nascere è aggregazione di atomi e il dissolversi è disgregazione, anche per Democrito il divenire non è che modificazione di stato.

Il video che ho trovato su un sito olistico riprende il collegamento tra Democrito e la Fisica Quantistica





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